Il San Giuseppe Arese vendica la sconfitta per 5-0 subita sul campo della nostra Terza Categoria in occasione della penultima partita dello scorso campionato rifilando un secco 1-4 ai ragazzi di Vallarella giunti con oggi alla nona sconfitta su quattordici giornate di campionato.
E basterebbe questo semplice dato per chiudere definitivamente il presente resoconto che, sostanzialmente, non si può in alcun modo discostare dai precedenti fatti per tutte le altre otto sconfitte fino ad oggi collezionate dai nostri ragazzi. La realtà di fronte agli occhi di tutti – fortunatamente, la tribuna degli spettatori oggi era quasi vuota – è infatti quella di una squadra che pare avere definitivamente perso la bussola di orientamento e che naviga a vista nella speranza di trovare un avversario tanto sprovveduto da riuscire a lasciare qualche punto contro una formazione che, in ogni prestazione, pur macinando una mole veramente elevata di gioco, riesce a tirare nello specchio della porta avversaria si e no, una o due volte a partita. Se poi consideriamo che il più delle volte, quei tiri, più che reali occasioni sono di fatto dei veri e propri passaggi al portiere avversario, ecco spiegato il motivo di un rendimento così imbarazzante. La rappresentazione grafica della partita è tutta nella prima azione di gioco, dopo soli 38” dal fischio di inizio, quando Bonforte pesca Zambon Matteo con un bellissimo passaggio filtrante, con la conclusione di quest’ultimo facilmente bloccata dal portiere avversario, per nulla impensierito dal tiro dell’esterno sinistro arancionero. Di contro, ogni iniziativa del San Giuseppe è un vero e proprio pericolo che, per ben quattro volte si concretizza in altrettante reti capaci di indirizzare il risultato in favore della formazione ospite, capace di subire pure un gol a fronte di un maldestro intervento del proprio estremo difensore che – ancora una volta su tiro tutt’altro che irresistibile di Zambon Matteo – non riesce a trattenere il pallone, consentendo a Ranghetti di realizzare il facile tap in di quello che era il provvisorio 1-1. La classica illusione che poi ha giustamente lasciato spazio alla consueta, tristissima, realtà.